Il Senato approva la riforma e il gioco d’azzardo potrebbe essere di nuovo pubblicizzato
Sono passati sette lunghi anni dal divieto assoluto per la pubblicità sul gioco d’azzardo. Adesso la Commissione Cultura ha formalmente approvato un atto molto importante.
La revisione del vecchio Decreto Dignità, infatti, potrebbe aprire la strada a nuove e profittevoli sponsorizzazioni. Sarebbe un toccasana per le casse dei i club di calcio, soprattutto in Serie A.
La decisione rappresenta un punto di svolta per l’intera industria del gioco ma anche per le società che si trovano a dover competere con le squadre straniere, specialmente dove le normative sono assai meno stringenti.
Un passo avanti per il calcio e per l’economia del settore
Il via libera ufficiale è datato 5 marzo 2025. Con la riforma annunciata, quindi, c’è la ripartenza delle partnership con le imprese che operano nell’ambito delle scommesse.
La misura è stata messa a punto con l’obiettivo di rilanciare a livello finanziario i club italiani. Dal 2018 a oggi si stima infatti che le società abbiano dovuto rinunciare a un introito complessivo di 100 milioni di euro.
Il Decreto Dignità ha avuto pertanto un costo significativo, contribuendo a far accumulare perdite importanti. Il deficit strutturale può essere riequilibrato, tornando ad essere competitivi a livello europeo e internazionale.
Qual è il ruolo delle scommesse nel finanziamento dello sport?
In prima analisi c’è sicuramente il recupero dei fondi persi negli anni relativi al divieto totale. In seconda battuta il Governo ha voluto dare sostegno al movimento calcistico.
Tra le finalità primarie della modifica del quadro normativo rientrano:
- Rilancio dei settori giovanili
- Recupero del gap economico nei confronti dei club esteri
- Supporto economico alle infrastrutture sportive
- Incentivazione fiscale
A promuovere l’iniziativa è stato Paolo Marcheschi, il Senatore che ha lavorato per rendere il calcio italiano più forte a livello finanziario. Infatti il rapporto con gli altri campionati è impietoso. Adesso la Premier League dispone di risorse straordinariamente più alte. Tra questi soldi ci sono anche gli introiti che derivano dalla minore rigidità sul tema delle sponsorizzazioni.
Il settore delle scommesse continua a finanziare in maniera massiccia le squadre di calcio inglesi, che sono ben liete di ottenere tali somme.
Cosa si profila all’orizzonte e il nodo dell’1%
Prima di assistere alla concreta attuazione del decreto, tuttavia, ci saranno numerosi incontri tra le parti coinvolte. Andrea Abodi, Ministro dello Sport, dovrà confrontarsi con l’omologo all’economia e discutere nel dettaglio della riforma. Poi toccherà alla FIGC, che avrà voce in capitolo per essere coinvolta attivamente.
C’è un nodo che però resta ancora da sciogliere. Nella norma ci sarebbe la destinazione dell’1% delle sponsorizzazioni alle iniziative di finanziamento per ristrutturare gli stadi e costruirne di nuovi. Bisogna ricordare che nel 2032 l’Italia avrà il compito insieme alla Turchia di ospitare gli Europei di calcio.
La domanda chiave è la seguente: il calcolo dell’1% verrà applicato all’ammontare totale delle scommesse oppure agli utili netti? Gli operatori mettono in guardia il legislatore sul tema della sostenibilità economica e chiederanno certamente ulteriori confronti prima che ci sia la decisione definitiva.
Verso un nuovo modello di regole
Il dibattito sull’efficacia del Decreto Dignità è sempre stato aperto. L’obiettivo con cui è nato il decreto era il contrasto al gioco d’azzardo patologico, che purtroppo impatta negativamente su molte persone.
Il problema è emerso anche dai dati. Alcuni studi autorevoli, quindi, hanno evidenziato il fatto che vietare la pubblicità non ha portato al calo della ludopatia. La proporzione non è stata sicuramente quella attesa.
Parallelamente la misura del divieto ha stimolato il gioco illegale, anche su piattaforme non regolamentate, dove le garanzie degli operatori con licenza italiana non esistono e i rischi per gli utenti crescono sensibilmente. In definitiva, i benefici non ci sono stati ma le difficoltà per i club italiani sono venute fuori con chiarezza.
Oggi, dunque, ripristinare la pubblicità sulle scommesse non vuol dire andare verso una liberalizzazione sfrenata e indiscriminata. Le intenzioni del Governo sono molto diverse e si punta a un modello di autoregolamentazione, in maniera abbastanza simile agli altri Stati europei.
La tutela dei consumatori e degli utenti dei siti di betting è ancora centrale e nelle prossime settimane capire meglio quali saranno le strategie per trovare l’equilibrio. Il duplice obiettivo è dare una boccata d’ossigeno alle società sportive e stimolare il gioco consapevole.