Rivoluzione Coppa Italia: no a squadre di Lega Pro. Come cambia il format?

Mentre i club di tutto il mondo erano impegnati a discutere sull’ipotetica nascita di una Superlega Europea, in Italia c’è chi ha ben pensato di mettere subito in campo il concetto principe di questa idea: il calcio deve diventare sempre più elitario.

Il Consiglio di Lega – con un tempismo che definire eccezionale sarebbe eufemistico – ha difatti lanciato, un paio di giorni fa, il nuovo format della già bistrattata Coppa Italia. Gli appassionati più romantici avranno pensato: “finalmente, dopo anni ed anni di lamentele ci si è resi conto che questa competizione andava rivoluzionata!”. Il problema è che di rivoluzione si tratta, ma probabilmente in senso ancora peggiorativo in confronto alla formula attuale. Nel frattempo la finale del torneo si avvicina, per cui ti invitiamo a non perderti tutti gli aggiornamenti sulle scommesse Coppa Italia.

Rispetto alle attuali partecipanti alla manifestazione nazionale, il Consiglio di Lega ha difatti ristretto il cerchio delle partecipanti ad appena 40 squadre: 20 saranno quelle di Serie A, le restanti 20 provenienti dalla Serie B. Addio dunque a qualsiasi possibilità per i club della Lega Pro di potersi cimentare con realtà più blasonate, anche solo per un turno; addio alla possibilità, per le tifoserie di queste piazze, di sognare trasferte a Roma, Milano o Torino.

La motivazione di questa scelta – condannata a più riprese da diversi addetti ai lavori – andrebbe ricercata in due situazioni: la prima è di natura economica, la seconda invece di natura pratica e di adattamento ai calendari sempre più fitti. In primis difatti ci si attende che, con la presenza di sole squadre di Serie A e B, le partite possano essere più appetibili sul mercato: l’obiettivo dichiarato è quello di poter ottenere – dalla vendita dei diritti TV – più dei 35 milioni annui attualmente guadagnati dalla Lega Serie A. Da non sottovalutare nemmeno “l’aspetto calendario”: con il nuovo format della Champions League i club più altolocati avranno maggiori impegni infrasettimanali, ragion per cui occorrerà ridurre quelli originati dalle coppe nazionali.

Rispetto al passato, la neonata Coppa Italia – che partirà il prossimo 15 agosto – prevederà la presenza di ben 12 squadre di Serie A, già dal primo turno: una novità assoluta, dovuta ovviamente all’assenza di squadre di altre divisioni partecipanti al torneo (le 40 in programma sostituiranno le 78 che vi prendevano parte fino a quest’anno).  Inutile ribadire come questa decisione del Consiglio di Lega abbia lasciato perplessi dirigenti e calciatori delle squadre di Lega Pro, a cominciare dal presidente Francesco Ghirelli.

“La decisione della Serie A di escludere i club di Lega Pro – ha tuonato il presidente – non solo viola diritti consolidati, ma è espressione di una concezione elitaria del calcio, incapace di avere una visione di sistema. Innovare è giusto – ha continuato Ghirelli – ma salvando la coesione del sistema calcio.” Dalla Superlega alla Coppa Italia elitaria, il passaggio è stato davvero molto breve.

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